La vita e il racconto non si fermano mai, neanche dopo i dolori più grandi. E’ l’insegnamento, il regalo più grande, che il deputato PD Emanuele Fiano riconosce di aver ricevuto dai suoi genitori.
Prendere parte a Giulianova alla serata di presentazione del suo ultimo libro “Il profumo di mio padre” (edito da Edizioni Piemme con la prefazione di Liliana Segre), organizzata dalle Democratiche è stata una grande emozione. Emanuele Fiano ci ha portato dentro i suoi sentimenti, dentro i suoi ricordi, dentro la brutalità dei campi di concentramento ma anche dentro la speranza che ciò che deve governare ogni nostro passo è la conoscenza. Solo la conoscenza ci salverà dall’odio e dalle barbarie.
Dedicato al padre Nedo, scomparso di recente, il libro di Emiliano Fiano racchiude la difficile, complessa e irrinunciabile “eredità di un figlio della Shoah”. Scrive Fiano: “Noi figli dei sopravvissuti alle camere a gas di Birkenau non siamo normali. Lo sa bene la mia amata moglie e lo sanno i miei figli e forse le mogli di tutti i figli della Shoah e i loro amati figli. Come prima le nostre madri o padri. Noi non abbiamo ascoltato solo parole dolci e tenere dai nostri padri, non solo favole ci è capitato di ascoltare, ma il silenzio impastato di lacrime e urla”.
E ancora: “Mio padre è stato per quasi novant’anni un coltivatore della memoria ma la vita ha voluto che la prima facoltà che ha perso sia stata proprio la memoria. E la pandemia ha contribuito a tenerci divisi e interrompere quel flusso della memoria. Di Shoah, di silenzi e urla, di dolore e barbarie non si deve, però, parlare solo il 27 gennaio: “Da mio padre ho ricevuto il dono di utilizzarla come ragionamento”. L’appello di Emiliano Fiano lo faccio mio: “Del Giorno della Memoria non fatene un giorno di retorica”.