La scuola deve provvedere all’educazione sentimentale

31
May

La scuola deve provvedere all’educazione sentimentale

Insegniamo ai nostri figli a riconoscere un amore malato

Nel 2025 è inaccettabile che la scuola italiana non preveda un’educazione sessuale e affettiva strutturata, scientifica e obbligatoria. È un paradosso crudele: mentre i giovani sono esposti quotidianamente — e senza alcuna mediazione — a contenuti sessuali espliciti, violenti o distorti tramite social, siti web, pornografia e chat, le istituzioni scolastiche restano immobili, ostaggio di retaggi ideologici e paure moralistiche. E intanto, si moltiplicano i casi di femminicidi tra giovanissimi. Ragazzi poco più che adolescenti che uccidono per gelosia, per possesso, per l’idea tossica che l’amore equivalga al controllo.

Firma la petizione che ho creato

Non parlare di sesso e affettività a scuola significa abbandonare i ragazzi al far west della rete, dove a formare la loro visione delle relazioni sono spesso contenuti violenti, pornografici o misogini. È questa l’origine di tanti rapporti malati, di una sessualità vissuta senza rispetto né consapevolezza, del consenso che non viene compreso e quindi ignorato.

Capire cosa sia il consenso, sapere che “no” significa “no”, conoscere il valore del rispetto reciproco nei rapporti sentimentali e sessuali non è un dato acquisito. È frutto di educazione. Serve impararlo, discuterlo, interiorizzarlo. E la scuola è il luogo naturale dove questo dovrebbe accadere.

Parlare a scuola del corpo, della sessualità, del piacere, delle emozioni, delle relazioni, del rispetto reciproco, non è perversione, non è ideologia: è prevenzione, è salute pubblica, è tutela della libertà. È uno strumento concreto contro la violenza di genere, contro la pornografia come unica fonte di informazione, contro la solitudine di chi cresce senza adulti preparati a guidarlo.

È una follia — e una colpa collettiva — lasciare che i ragazzi apprendano concetti fondamentali per la loro vita e la loro sicurezza dal web, dai coetanei, dai video, dai forum. Non si tratta solo di insegnare come funziona il corpo. Si tratta di costruire una cultura dell’affettività, del consenso, della responsabilità emotiva.

È tempo che l’Italia si assuma questa responsabilità. Non possiamo più permetterci il lusso dell’omertà su questi temi. Ogni volta che ci giriamo dall’altra parte, lasciamo soli i nostri figli, e rendiamo possibile — ancora — che l’amore malato uccida.

La democrazia non è mai un bene acquisito per sempre. È fragile, e si nutre del nostro impegno quotidiano. Votare, partecipare, informarsi, discutere: sono questi i gesti che la tengono in vita. Non rinunciamoci.

Ho creato questa petizione, aiutami ad aiutare i nostri ragazzi, firmala e condividila.