Non è sempre facile conciliare conoscenza ed innovazione, progresso e tutela del nostro mondo. Non è sempre facile, è vero. L’esigenza di studiare e scoprire nuove materie e nuovi mondi, andare oltre il nostro pianeta, trovare risposte a quesiti scientifici è, nei fatti, una garanzia di futuro per tutti noi. Ma fino a dove ci si può spingere?
Lo spunto della riflessione parte dalla notizia pubblicata sul quotidiano Repubblica dal titolo “Gran Sasso, addio alla caccia alla supernova. Acque inquinate: fermiamo i test”: l’INFN dice quindi addio agli storici esperimenti Borexino e Lvd che da anni vengono svolti nella pancia del Gran Sasso. I laboratori del Gran Sasso rappresentano un patrimonio di sapere preziosissimo per la comunità scientifica nazionale ed internazionale che va tutelato e valorizzato. L’Abruzzo dovrebbe essere una regione orgogliosa di ospitare, sotto il suo massiccio, scienziati di fama mondiale. Vero anche, però, che deve essere assolutamente protetta la falda acquifera: stiamo parlando della nostra acqua, l’acqua del Gran Sasso che è fonte di vita e rappresenta, anche essa, il nostro futuro, il bene prezioso per la sussistenza della umanità.
L’articolo di Repubblica riporta la decisione di imporre uno stop ai due esperimenti che utilizzano idrocarburi (quelli della caccia alla Supernova e dell’ascolto della voce del cosmo, così come disposto dalla Regione nel 2019). Per smantellarli dovranno essere portate fuori dalla montagna duemila tonnellate di idrocarburi. Se si è deciso di rinunciare ad alcuni esperimenti per tutelare la genuinità della nostra acqua sono convinta che debba esprimersi un plauso, pur restando al fianco di questa eccellenza del sapere. E’ giusto sostenerla nelle nuove sfide e nelle nuove scoperte scientifiche che manterranno accesi i riflettori internazionali sul nostro Gran Sasso e il nostro Abruzzo. Ben vengano studi ed esperimenti capaci di convivere e rispettare le straordinarie risorse naturali del nostro territorio.